domenica 6 dicembre 2009

Il Romanticismo

ROMANTICISMO
Approssimativamente compreso fra il 1789 e il 1837, il periodo romantico fu caratterizzato da elementi che possono essere così riassunti: la supremazia della sensibilità e dell’impulso emotivo sulla ragione; il culto della natura; l’interesse per la storia e le origini delle culture nazionali europee; il primato attribuito all’esperienza e alla volontà individuale in opposizione a norme e comportamenti definiti socialmente. In questo clima, permeato da un potente idealismo, si spiega il fascino che esercitò la Rivoluzione francese sui poeti della prima generazione romantica, che solo in seguito ripiegarono disillusi su posizioni più conservatrici.
Le Ballate liriche (1798) di William Wordsworth e Samuel Taylor Coleridge furono il primo, fondamentale documento del romanticismo inglese. Già in questa prima raccolta emersero le due direzioni lungo le quali la loro poesia si sarebbe sviluppata in futuro: la predilezione per soggetti semplici e quotidiani in Wordsworth; le suggestioni esotiche e fantastiche in Coleridge, ben esemplificate dalla Ballata del vecchio marinaio. Per Wordsworth, i temi di maggiore interesse rimasero quelli collegati a paesaggi naturali e personaggi umili, tratteggiati con affettuosa adesione. Centrali nella sua poetica sono le idee della mistica vicinanza tra la natura e l’animo umano e della ricchezza spirituale che l’uomo attinge dal suo rapporto con gli oggetti della creazione divina. L’opposizione ai criteri neoclassici si rivela non solo nella naturalezza con cui l’esperienza viene a costituire la materia principale della poesia, ma anche nella scelta di uno stile e di un linguaggio poetico semplici e immediati. Altrettanto lontana dall’estetica neoclassica è la poesia di Coleridge, che, pur privilegiando atmosfere misteriose, ricercate e irreali, raggiunse in poemi come Kubla Khan e Christabel una straordinaria forza nell’espressione delle sensazioni. Soprattutto al passato si ispirò invece Walter Scott, poeta che godette di immensa popolarità tra i suoi contemporanei prima che la grandezza di Wordsworth fosse pienamente riconosciuta. Romantico per il senso della storia, per l’innato gusto del pittoresco e la sua esplorazione del passato medievale, Scott è oggi più famoso come prosatore che come autore di poemi epico-lirici ispirati alle tradizioni scozzesi, fra cui La donna del lago (1810). Diversamente da Wordsworth, Coleridge e Scott, una seconda generazione di poeti romantici mantenne inalterato lo spirito rivoluzionario. George Byron è una delle figure più rappresentative della ribellione contro le convenzioni sociali. Sia nella sua tempestosa vita personale, sia in poemi come Il pellegrinaggio di Aroldo (1812) e Don Giovanni (1818-1824), rivelò con ineguagliabile pathos e pungente ironia i sentimenti profondi di una grande anima imprigionata in un mondo mediocre. L’altro grande poeta rivoluzionario fu Percy Bysshe Shelley, nella cui opera permangono l’idealismo e l’anelito alla libertà morale e politica degli altri romantici. Insofferente alla tirannia dei governanti, alle ingiustizie sociali e ai pregiudizi umani, era anche convinto che l’intrinseca bontà degli individui sarebbe riuscita a debellare il male dando vita a un regno eterno di amore trascendente. È in Prometeo liberato (1820) che questi temi trovano completa espressione, anche se le più alte qualità poetiche di Shelley si rivelano in poesie come Ode al vento dell’Occidente (1819), A un’allodola (1820) e l’elegia Adonais (1821), scritta per Keats, il più giovane dei grandi romantici. Autore di odi e poemi narrativi che sono tra le più perfette e suggestive espressioni del romanticismo inglese, John Keats non ebbe né il tempo né l’inclinazione per elaborare un sistema filosofico, morale o sociale. Scrisse tra il 1818 e il 1821, gli ultimi anni della sua breve vita, raggiungendo in poesie come La vigilia di Sant’Agnese, Su un’urna greca e A un usignolo un’ineguagliabile profondità nel percepire e rappresentare l’immediatezza delle sensazioni. Di tutti i romantici, fu Keats a influire maggiormente sui poeti vittoriani nella seconda metà del secolo.
La prosa del romanticismo si sviluppò in singolare parallelismo con la poesia, offrendosi come mezzo per esporre nuovi principi critici, come nella Biographia Literaria (1817) di Coleridge, o per rivalutare analiticamente autori e drammaturghi del Rinascimento trascurati nel secolo precedente. Da questo punto di vista vanno ricordati, oltre a Coleridge, Charles Lamb e William Hazlitt. Un esempio di alta qualità poetica della prosa è costituito dall’appassionata e visionaria autobiografia di Thomas De Quincey, le Confessioni di un mangiatore d’oppio (1821).

Autore rappresentativo: William Blake

Introduzione alla sezione Letteratura Inglese

Nessun commento:

Posta un commento