domenica 6 dicembre 2009

Desire Under the Elms

DESIRE UNDER THE ELMS BY EUGENE O’NEILL
“THE LAND AND THE STONES”/“La terra e le pietre”


La terra è l’elemento essenziale per ogni agricoltore ed anche nel caso della commedia nordamericana “Desire under the elms” essa rappresenta uno dei temi centrali. Nella fattoria Cabot la terra diventa addirittura fonte di avidità e di litigio per tre dei personaggi: il capofamiglia Ephraim,la sua nuova moglie Abbie, e suo figlio Eben; mentre Peter e Simeon (i due figli più grandi di Ephraim) focalizzano la loro avidità nella ricerca dell’oro, a ovest, in California.
Nella commedia, uno dei modi con cui Eugene O’neill attribuisce un significato simbolico alla terra è attraverso l’uso delle pietre. Dalla descrizione che giunge tramite le parole di Ephraim Cabot si scopre come la fattoria in principio fosse solamente terra ricoperta di pietre utilizzate poi, una volta rimosse, da egli stesso per la costruzione di un muro attorno alla fattoria. Tutto ciò solo in seguito ad un durissimo lavoro, che Cabot, secondo la sua educazione puritana, vede come dono di Dio in quanto forte e in quanto tutto ciò che accade fa parte del suo piano. Ed è proprio per questo motivo che egli incentra la propria vita, quella delle sue mogli e quelle dei suoi figli sul lavoro, perché essendo appunto un puritano radicale è convinto che solo attraverso la fatica e il sudore si può capire se si fa parte dei predestinati.
Per quel che riguarda Peter e Simeon, il muro di pietra che circonda la fattoria assume un aspetto simbolico in quanto esso rappresenta il senso di reclusione e imprigionamento della loro vita; il loro padre è stato duro con loro e un uomo di poche emozioni, per questo il risultato è il loro odio (come anche quello di Eben) verso di lui. Tutto ciò è chiaramente mostrato nelle loro parole quando decidono di lasciare la fattoria per avventurarsi in California alla ricerca dell’oro:

(Part One,Scene Four)
“The halter’s broke - the harness is busted - the fence bars is down - the stone walls air crumblin’ an’ tumblin’!”


Eben fa un’interessante allusione riguardo ciò: egli crede infatti che il muro di pietra abbia causato nei fratelli una mancanza di emozione e di premura nei confronti della loro madre, dicendo: (Part One,Scene Two) “An’ makin’ walls – stone atop a stone – makin’ walls till yer heart’s a stone ye heft up out o’ the way o’ growth onto a stone wall in yer heart!”. Quello che lui vuole realmente sottolineare è il fatto che i molti anni di duro lavoro hanno reso Peter, Simeon e certamente il loro padre, immuni alle emozioni e ai sentimenti, ed è stato sempre il lavoro a renderli duri anche nei confronti della loro prima e vera madre. Tutto fa intuire perciò, che la pietra non sia un elemento qualsiasi posto nella scena, ma che sia un fattore portante che addirittura ha influenzato l’esistenza dei personaggi. In effetti O’Neill “costruisce” il muro per indicare la chiusura spaziale che delimita, ma anche quella mentale; ma se lo si osserva ancora più da vicino si scopre come le pietre riconducano all’Irlanda, paese caratterizzato da erba e pietra, e terra madre dello stesso O’Neill. Inoltre esse ci mostrano l’avvicinamento dello scrittore al teatro greco: infatti se depuriamo la scena, si ritorna all’immagine del teatro con il recinto circolare e con al centro l’abitazione che costituisce il palcoscenico su cui si svolge l’azione, la scena; mentre le pietre del muro rappresentano i sedili in pietra disposti in semicerchio destinati agli spettatori. Anche gli olmi possono essere ricollegati alla figura del teatro: i due grandi alberi infatti, che nella commedia si trovano ai lati della casa e che rappresentano lo spirito della madre di Eben, sostituiscono i due parasceni che fiancheggiano il palcoscenico.
La terra è interpretata come elemento simbolico anche da un altro punto di vista: da quello della natura. Ogni personaggio almeno una volta la utilizza metaforicamente come elemento di bellezza; in questo modo O’Neill riesce a descrivere cose anche completamente non correlate ad essa; quando Abbie tenta di sedurre Eben, usa la natura per esprimere le sue sensazioni:

(Part One,Scene Two) “H’aint the sun strong an’ hot?Ye kin feel it burnin’ into the earth-nature-makin’ thin’s grow-bigger on’ bigger-burnin’ inside ye-makin’ ye want t’ grow-into somethin’ else-till ye’re jined with it-an’ it’s your’n-but it owns ye, too-an’ makes ye grow bigger-like a tree-like them elums”.

Eben utilizza la bellezza della terra per descrivere Minnie, la sua ragazza all’inizio della commedia, dicendo: ”Her mouth’s wa’m,her arms’ re wa’m,she smells like a wa’m plowed field,she’s purty….”.
Peter e Simeon addirittura, quando parlano della California, immaginano i campi d’oro contrapponendoli ironicamente ai campi di pietre del padre: “Fields o’ gold!” “Fortunes layin’ just atop o’ the round waitin’ t’ be picked!”.
Anche la madre di Eben, ormai morta, sembra rivivere in due degli elementi frutti della terra e della natura: gli olmi.
Senza dubbio però, il personaggio che più degli altri è profondamente legato alla terra è Ephraim, usandola anche nel descrivere la sua immagine di paradiso, sentendosi vicino alla vecchiaia: “The sky.Feels kike a wa’m field up thar” . Spesso preferisce dormire con gli animali nella stalla piuttosto che in casa propria, perché egli sente che gli animali riescono a comprenderlo meglio di chiunque altro; questo dimostra la sua incapacità nel mostrare i suoi sentimenti e nel saper dividere la propria vita con le altre persone. Egli ha, da questo punto di vista, uno strettissimo legame con la terra, e con tutto ciò sia in relazione con essa; ha un forte senso di possessione nei suoi riguardi, ed è anche per questo che si scatena una forte avidità tra i personaggi. Ephraim afferma che preferirebbe bruciare la fattoria e raderla al suolo piuttosto che darla via. Tutti nella commedia vorrebbero la fattoria, nonostante molte persone la considerassero senza valore nel momento in cui Ephraim la comprò. Egli rimosse tutte le pietre dai campi, li seminò ed allevò gli animali. E dopo molti anni, il risultato di un così duro lavoro, fu l’attrazione di tutti nei confronti della fattoria. Ephraim sente che è stato il volere di Dio ad impegnarlo nel lavoro di quella terra ed è stato sempre Dio a volere che lui fosse un uomo forte; perciò non era giusto per nessuno il lusso di ricevere la fattoria o di appropriarsene dopo che lui aveva gettato sangue e sudore per costruirla.
Nonostante ciò sia Eben che Abbie sentono di essere le persone più adatte ad ereditare la terra; il primo perché avendo quella terra sentirebbe di riscattare quello che secondo lui apparteneva alla sua defunta madre, la seconda perché dopo anni di sofferenza vede nella fattoria il luogo adatto per piantare radici. Anche Peter e Simeon inizialmente sentono di essere gli unici ad avere il diritto di ereditarla per la fatica che avevano speso negli anni per eseguire le volontà del padre. Infatti, i tre fratelli sperano che egli sia morto quando, nella prima parte della commedia, partì per andare a cercar moglie. Perfino lo sceriffo, nell’ultima scena ammette di desiderare la fattoria. E’ stata dunque, proprio l’avidità di possedere quella terra a creare i maggiori contrasti ed a determinare i caratteri dei personaggi. Essa ha rappresentato i loro sentimenti, le loro emozioni, i loro orgogli ed i loro stili di vita. La terra è tutto quello che conoscono e per cui faticano; gli agricoltori ne capiscono il vero valore ed essa comprende loro. Può simulare la bellezza, la solitudine, la vita e la morte. Ed è per queste ragioni che acquista nella commedia un significato così importante.

Lara Benedetti, studentessa Roma3

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